Social Media Roi: cosa è e come si calcola

L’epoca che stiamo vivendo è caratterizzata da uno sviluppo della comunicazione che riesce a penetrare in ogni ambito della vita.
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Questa moltiplicazione di canali, oltre alla riduzione dei costi a carico dell’azienda, ha portato a una concorrenza spietata che si basa su dei meccanismi sempre più complessi che hanno continuamente bisogno di essere alimentati e riallineati in continuazione per far sì che la campagna di marketing abbia successo.

Per comprendere se si sta percorrendo la giusta strada, viene in aiuto uno strumento molto utile. Vediamo insieme qual è!

L’importanza del ROI (Return of Investiment)

La traduzione di questa espressione è “ritorno dell’investimento”. Volendo trasformare il concetto in una formula si potrebbe scrivere: ROI = Ricavo economico/Capitale investito. Si riferisce alla differenza tra quanto è stato speso per imbastire l’attività pubblicitaria e il ritorno economico lordo reale.

Tra i costi della campagna rientrano quelli dei pubblicitari, gli eventuali filmati o le foto utilizzate, la distribuzione del messaggio, la verifica dei feedback degli utenti e molto altro ancora. I dati da verificare e contabilizzare sono diversi, ma il vero problema nasce quando si vuole misurare il ritorno economico. Per esempio, si può pensare a un utente che nota una pubblicità su Facebook e con un click finisce sulla landing page creata per la più classica della call to action: comprare il prodotto o il servizio.

Se dovesse procedere immediatamente con l’acquisto, semplificando il discorso, si potrebbe calcolare il ROI confrontando il prezzo pagato con il costo medio per utente della pubblicità. Le cose però non sono sempre così semplici.

Social Media e utile derivato

Una campagna di marketing ha come obiettivo finale quello di aumentare i guadagni di una specifica attività. Grazie ai social media chiunque può far giungere il proprio messaggio fin dentro le tasche di quasi tutti quelli che vivono sul pianeta e quindi ottenere un ritorno economico.

L’errore che di solito si commette è quello di pensare che ci sia un feedback positivo immediato, che cioè una pubblicità non abbia centrato l’obiettivo se l’utente non compra subito il prodotto. In realtà chi ha guardato il messaggio potrebbe decidere di acquistarlo dopo un mese o semplicemente è servita a migliorare la sua opinione generale sull’azienda, il che lo porterà in futuro a comprare.

In questi casi è impossibile valutare con precisione il valore del ROI, si può solo continuare ad analizzare il comportamento di chi è venuto a contatto con la pubblicità e imparare ad ascoltare veramente le sue esigenze, magari aprendo canali di comunicazione diretti, per poi ricalibrare e personalizzare il messaggio da inviare.

Gli effetti positivi di una campagna si stimano non solo in base alle vendite, ma anche al numero e al tipo di reazione degli utenti che un giorno potrebbero trasformarsi in clienti e come tali vanno trattati da subito.

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