Si tratta di una sorta di pubblicità subliminale in grado di insinuarsi nella sfera più intima dei consumatori, per l’appunto i sogni, con l’obiettivo di manipolarli e indirizzarli verso i prodotti di proprio interesse.
I nostri sogni come nuovo veicolo pubblicitario
Il continuo inasprimento della concorrenza e delle regole di mercato, ha indotto i persuasori occulti che si occupano di strategie di marketing a far leva su una precisa tecnica denominata “Targeted Dream Incubation” in grado di influenzare i sogni attraverso immagini, parole o musica.
L’azienda Molson Coors, che commercializza birra e altre bevande alcoliche, non ha esitato a sperimentare questa nuova metodologia e ha sottoposto un semplice video con sottofondo musicale a coloro che si sono prestati all’esperimento. Un video creato con l’aiuto di uno scienziato del sonno, che mostrava immagini (e suoni) di cascate, montagne e di una bella birra Coors. Quale sia stato il risultato di questo test non è noto, ma chi ha preso parte a questa singolare iniziativa ha avuto anche l’opportunità di ottenere una confezioni da 12 birre gratis.
Anche altre aziende americane, come Microsoft e Burger King, hanno aderito al progetto del marketing onirico per fare in modo che i propri articoli si insinuassero nei sogni lucidi dei propri clienti fino a generare in loro il convincimento all’acquisto del prodotto.
Sogni naturali o sogni artificiali?
Con le tecniche attuali è possibile monitorare la fase REM del dormiente e riconoscere gli intervalli temporali in cui appare più sensibile alle stimolazioni esterne, influenzandone in questo modo l’attività onirica. Questo ha dato il via ad un vero e proprio studio sulla struttura e sulla funzione dei sogni che, in alcuni casi, potrebbe rivelarsi anche utile per trattare disagi dovuti a traumi o depressione.
Ma se da un lato c’è chi è scettico sull’effettiva riuscita di questo esperimento, dall’altro circa 40 esperti, fra psicologi e neuroscenziati, hanno lanciato un grido di allarme per porre fine alla manipolazione dei sogni per scopi commerciali.
Manovrare i sogni con il marketing onirico può difatti rivelarsi un percorso pericoloso, soprattutto in riferimento a quei prodotti (come la birra) che possono creare dipendenza. Senza contare che generare profitti inficiando la qualità dei sogni è eticamente scorretto, soprattutto nella vita moderna già molto influenzata dai vari stimoli esterni.