Qual è il simbolo più diffuso nei social media? Naturalmente l’hashtag. Quello che prima, prima della diffusione dei social media, veniva comunemente chiamato “cancelletto”.
Il celeberrimo ‘#’ venne utilizzato per la prima volta per etichettare gruppi e argomenti dell’Internet Relay Chat, la prima chat di internet, ma è diventato famoso molti anni più tardi grazie all’utilizzo che se ne fa suTwitter. L’hashtag permette di seguire argomenti o conversazioni aventi in comune uno specifico interesse. Dunque per Twitter la parola che segue il cancelletto rappresenta una sorta di keyword, una parola chiave.
Anche Instagram, Google+ e Facebook hanno provveduto ad adottare l’hashtag come strumento per raggruppare le discussioni.
L’hashtag può essere costituito da una o più parole che etichettano fin da subito una discussione. Il termine, infatti, significa proprio hash (cancelletto) e tag (etichetta). Questa semplice nozione, però, non è compresa o sfruttata al massimo da tutti coloro che si occupano di social media marketing.
Per esempio, si pensi a come l’hashtag ‘guerrieri’ sia stato utilizzato da Enel per fini commerciali e come, invece, sempre la stessa azienda, abbia subito una contro-campagna da parte del collettivo WuMing e Greenpeace, oltre che gli attacchi di altri centinaia di utenti.
L’utilizzo dell’ “#”, dunque, deve essere fortemente consapevole per non diventare un “epic fail” (secondo le parole di Steve Jobs).
Non tutti i social che hanno iniziato ad utilizzare l’hashtag hanno riscosso il successo sperato. Facebook, per esempio, ha constatato come i post con il “#” abbiano viral reach inferiore rispetto a quelli senza hashtag. La motivazione è facilmente spiegabile: nello statuto di Twitter vi è la resa pubblica di ogni tweet e la possibilità degli utenti di leggere tutto di tutti; al contrario Facebook seleziona gli hastag tra le informazioni degli amici e delle pagine che sono seguite.
Il motivo dell’insuccesso di questo simbolo nel social di Zuckerberg è dunque presto spiegato: l’hashtag, pensato per una funzione discovery, perde proprio la sua principale funzionalità in un social come Fb.
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