Questa tecnica, che prende il nome di remarketing (o retargeting), ha l’obiettivo di creare re-engagement negli utenti che lasciano un sito senza portare a termine alcuna azione specifica, che si tratti di un acquisto o della compilazione di un form.
Il remarketing è dunque lo strumento che permette di recuperare la comunicazione con l’utente, mostrandogli annunci pertinenti mentre naviga sul web, al fine di portare a termine il processo di conversione.
Remarketing e Retargeting: come funzionano
Il remarketing e il retargeting sono strumenti progettati per aiutare le aziende a raggiungere quella percentuale di utenti transitati su un sito che non convertono subito, cercando di ricatturare il loro interesse. È una tecnologia basata sui cookie, che utilizza un codice Javascript, impercettibile per i visitatori, che permette di seguire in maniera anonima il pubblico per tutto il web.
Nonostante i due termini vengano spesso usati come sinonimi, vi è una sottile differenza tra remarketing e retargeting. Il retargeting si riferisce al servizio in generale e mira a ridefinire le attitudini del target, ovvero a creare una lista sulla base del comportamento degli utenti; invece nel remarketing non vi è una variazione del target, bensì un riadattamento della strategia di marketing per il re-engagement tramite e-mail.
Strategie di remarketing e retargeting
Scopriamo insieme quali strategie di remarketing utilizzare, al fine di portare gli utenti che hanno mostrato interesse a un vostro prodotto, a finalizzare l’acquisto o la richiesta di preventivo.
1. Scegli la piattaforma
La scelta della piattaforma dipende dal progetto su cui stai lavorando. Facebook, ad esempio, offre un ottimo servizio di retargeting per aumentare la brand awareness e generare lead.
Adwords, invece, permette di raggiungere gli utenti su tutti i siti che fanno parte della rete Display di Google e fornisce molti strumenti per fare remarketing, inclusi video e e-mail list.
2. Segmenta il target con liste specifiche
Se non segmenti il pubblico in liste specifiche, i tuoi annunci potrebbero non essere pertinenti per gli utenti cui vengono mostrati. Quindi, è opportuno personalizzare gli annunci in base al comportamento dell’utente o gruppo di utenti più propensi a convertire.
3. Crea landing page ad hoc
Poiché è improbabile riuscire a convertire gli utenti con le stesse tecniche di marketing che non hanno funzionato la prima volta, è necessario ottimizzare la landing page in modo che stimoli la conversione, magari con l’offerta di incentivi, quali sconti e promozioni personalizzate.
La pagina di destinazione deve, inoltre, permettere all’utente di concludere l’azione attesa nel modo più facile e veloce possibile.
4. Misura il ROI
Grazie alla possibilità di rivolgersi ad un pubblico particolarmente selezionato, nel remarketing i risultati in termini di ROI (Return on investment) sono generalmente migliori rispetto ad altre forme di advertising. Per questo motivo, monitorare il ROI è indispensabile sia per conoscere gli effetti della tua campagna attuale di remarketing, sia per impostare con successo quelle future
5. Fai campagne di “up-selling”
Se hai già convertito un utente, dovrai escluderlo dalla tua nuova campagna di remarketing, senza però abbandonarlo del tutto. Potresti creare una nuova lista da raggiungere con ads che mostrino, ad esempio, prodotti qualitativamente superiori all’idea di partenza del cliente (up-selling) o collegati a quelli acquistati (cross-selling).