Oltre alle opzioni classiche, basate sul ricorso a linguaggi di programmazione come HTML, CSS, Javascript, vi sono nuovi paradigmi grafici che iniziano a fare capolino.
Si passa al neomorfismo? Non propriamente
Dopo anni di spettacolarizzazione e di effetti speciali, gli addetti ai lavori constatano che l’approccio tipicamente spartano e volontariamente minimalista sembra essere prepotentemente e intenzionalmente ritornato in auge, dopo che per anni era finito nel dimenticatoio.
Tuttavia, dal punto di vista grafico, il minimalismo si evolve, dando luogo al neomorfismo: illuminazioni e trasparenze rendono gli oggetti digitali particolarmente realistici, senza però andare a imitare quelli del mondo fisico.
Cos’è il neobrutalismo?
Il neobrutalismo trae origine dal filone architettonico inglese, noto negli Anni ’50 come Brutalismo. Si tratte dell’arte intesa nella sua forma grezza, senza che sia elaborata o raffinata. Il ricorso al cemento armato, sotto certi aspetti, risulta il più fulgido tra gli esempi in quanto a neobrutalismo nell’architettura.
Nel linguaggio del web design e in particolar modo per la grafica di mobile app e di siti internet, si deduce che si tratta del trionfo della semplicità. Un lavoro “onesto”, oseremmo dire, in quanto ad animazioni standard. Zero fronzoli, pochi elementi semplici e chiari, anche se non sempre minimalisti.
Alcune forme di neobrutalismo, tuttavia, cozzano con le regole tradizionali della progettazione in ambito grafico. I celebri enormi blocchi di testo, tanto di moda nelle impaginazioni dei giornali degli Anni ’90, lasciano spazio a layout tradizionali, con contrasti alquanto marcati.
Gli elementi grafici del neobrutalismo nella progettazione grafica
Oltre ai contrasti spinti, il neobrutalismo azzarda mosse come la fusione del nero e di altre tonalità. Lo scopo primario consiste nell’evitare di affaticare la vista dei diretti interessati.
Per quanto riguarda le ombre, queste si presentano morbide. I bordi risultano marcati da contorni scuri, di spessore e ben definiti. Il non plus ultra in termini di accessibilità.
Tuttavia, a causa di un aumento di profondità, il cervello necessita di tempo ulteriore per elaborare in maniera precisa gli altri oggetti. Che dire poi dei colori? Spesso, un po’ troppo semplicisticamente, vengono indicati come troppo desaturati.
Andando al sodo, l’approccio neobrutalista sembra avere come tesi di fondo la progettazione di un oggetto, affinché sia brutto. Una sorta di democratizzazione degli elementi grafici. Essendo semplici da replicare, vale la regola del “questo sarei in grado perfino io di farlo”.