L’IA utilizza algoritmi molto avanzati, in grado di creare risposte simili a quelle umane e testi su argomenti di vario genere. Secondo recenti ricerche, la nostra capacità di distinguere se un testo è stato scritto da una persona o dall’IA è piuttosto limitata: ci riusciamo soltanto una volta su due.
Come si possono distinguere con certezza? I ricercatori stanno proponendo diverse soluzioni in proposito, vediamo insieme quali sono.
Errori grammaticali e imprevedibilità
Uno dei metodi migliori per verificare l’originalità di un testo è la presenza di errori grammaticali. Probabilmente sembrerà un paradosso, ma un testo che presenta sbagli e refusi, ha buone possibilità di essere stato scritto da un essere umano.
Se questo metodo di verifica può essere svolto a occhio, quello relativo all’imprevedibilità del testo è più complesso e necessita di programmi appositi. Alcuni di questi sono in fase di sviluppo, e permetterebbero di valutare un testo sulla base del lessico utilizzato.
É noto, infatti, che l’intelligenza artificiale costruisce i periodi mediante un susseguirsi di parole che generalmente vengono accoppiate. In sostanza usa dei modelli, che per quanto siano efficaci, talvolta fanno apparire i testi troppo scontati, meccanici e privi di “irruenza”.
All’interno di un testo scritto da un essere umano vi è sempre un certo tasso di imponderabilità e di casualità, caratteristiche che mancano del tutto all’IA, la quale è costretta a seguire schemi prefissati.
Watermark e accento
Secondo alcuni ricercatori, questi metodi in futuro potranno diventare completamente inutili. L’IA infatti è uno strumento in continuo aggiornamento, che nel tempo diventerà sempre più sofisticato.
Arriveremo al punto in cui l’IA saprà scrivere un testo del tutto uguale a quello di una persona, il quale contemplerà quindi anche l’irruenza, l’imprevedibilità e tutti i fattori caratteristici della scrittura umana.
Per questo motivo alcuni studiosi stanno pensando ad altri sistemi, come ad esempio integrare dei watermark, ovvero una specie di filigrana digitale, che consentirebbe di risalire all’origine di un testo. Per renderla funzionale, alcuni pensano di costituirla mediante sequenze di parole inutilizzabili dall’IA. Così, se un testo trasgredisse la regola più volte, avremmo la certezza che è stato scritto da una mano umana.
Non tutti ritengono che questo metodo sia quello ottimale, e fanno notare che un malintenzionato potrebbe manomettere facilmente la filigrana e usare ugualmente programmi di generazione di testi artificiali spacciandoli per originali.
Per altri esperti, l’unico sistema valido infatti è obbligare l’IA ad avere un accento riconoscibile, un po’ come quello inglese o americano. In tal modo sarebbe immediatamente riconoscibile e sarebbe complicato manometterlo.
Fin qui, appare evidente che la strada per ideare sistemi di riconoscimento validi per comprendere se un testo è originale o artificiale è ancora molto lunga. Non ci resta che aspettare e vedere dove ci porterà il futuro.