Ogni social ha le sue regole e le sue “tolleranze” per l’uso degli hashtag. Conoscerle può fare la differenza tra un contenuto ignorato e uno che guadagna visibilità e interazioni. Scopriamo insieme come funzionano davvero gli hashtag e quali strategie seguire per renderli strumenti utili e non solo abbellimenti superflui.
Instagram: meno è meglio, ma devono essere quelli giusti
Instagram è la piattaforma che più ha reso popolari gli hashtag nei social media. Tutti ricordano la fase dei post sommersi da una valanga di hashtag. Oggi, però, l’algoritmo di Instagram ha affinato i suoi criteri e tende a penalizzare l’uso eccessivo di hashtag generici o non pertinenti.
Per aumentare la visibilità, è essenziale scegliere hashtag rilevanti rispetto al contenuto. L’algoritmo riconosce le forzature e può interpretarle come spam.
La chiave è l’equilibrio: combinare hashtag popolari, di nicchia, legati al brand o alla community per raggiungere sia un pubblico ampio sia utenti realmente interessati al tema.
Non serve riempire i post con 30 hashtag, anche se è tecnicamente possibile. Spesso ne bastano 5-10, scelti con cura, per ottenere un buon risultato. Inoltre, sperimentare e monitorare le performance aiuta a capire quali hashtag funzionano meglio nel tempo, adattando la strategia in base ai dati reali.
TikTok: pochi hashtag strategici per apparire “Per te”
Su TikTok, gli hashtag servono a far comprendere all’algoritmo il tema del video. La sezione “Per te” è personalizzata per ogni utente, e gli hashtag sono uno degli elementi che guidano l’algoritmo nella selezione dei contenuti da mostrare.
Non c’è un limite di hashtag, ma le didascalie sono corte e ogni carattere conta. Per questo, è consigliabile usare pochi hashtag ben mirati, capaci di posizionare correttamente il video. Anche in questo caso, gli hashtag virali o legati a trend del momento possono aumentare la visibilità, ma devono essere coerenti con il contenuto.
TikTok è sempre più utilizzato come strumento di ricerca alternativa a Google, soprattutto dalle nuove generazioni. Inserire hashtag specifici rende i video più facili da trovare e aumenta le probabilità di apparire nei risultati di ricerca. Un esempio efficace è il fenomeno #BookTok, che ha dato vita a una community attiva e riconoscibile, spingendo video e creator a ottenere una visibilità duratura.
Storie e hashtag: un’opportunità spesso sottovalutata
Anche nelle storie di Instagram (e, in modo simile, su TikTok), gli hashtag possono aumentare la visibilità dei contenuti. Usarli permette di apparire nelle raccolte tematiche, raggiungendo utenti che non seguono ancora il profilo. Tuttavia, l’uso deve essere moderato e funzionale.
Inserire un solo hashtag rilevante per volta può essere più efficace che infilarne molti poco leggibili. In particolare, i branded hashtag aiutano a rafforzare la riconoscibilità del brand e a creare una community attiva attorno a una campagna o a un evento. Le storie, grazie alla loro natura temporanea, sono perfette per stimolare interazioni rapide e generare coinvolgimento emotivo.
Un altro vantaggio degli hashtag nelle storie è che offrono anticipazioni sulla tematica trattata, aiutando l’utente a decidere subito se continuare la visione.
LinkedIn: hashtag professionali e ben studiati
Su LinkedIn gli hashtag sono utili per aumentare la visibilità dei post, ma devono essere scelti con particolare attenzione. La piattaforma è orientata al mondo professionale, e ogni post è spesso letto da colleghi, partner, potenziali clienti. Un hashtag fuori luogo può compromettere la percezione di professionalità.
LinkedIn consente di ricercare gli hashtag per verificarne la popolarità e consiglia quelli più pertinenti durante la stesura del post. Usare hashtag seguiti da molti utenti permette di intercettare nuovi contatti, ma anche qui i micro-hashtag di settore possono generare interazioni più qualificate.
È buona pratica usarne 3-5 per post, senza esagerare, e inserirli sia alla fine del testo che all’interno del contenuto, se coerente. La ripetizione costante di determinati hashtag può anche rafforzare il posizionamento del profilo, associandolo stabilmente a determinati argomenti o competenze.
Strategie comuni e consigli utili per ogni piattaforma
Gli hashtag nei social media vanno usati come strumento, non come fine. Devono valorizzare il contenuto, non sostituirlo. Ogni piattaforma ha le sue dinamiche, ma ci sono principi comuni che aiutano a evitare errori.
- Primo: monitorare le tendenze. Sapere quali hashtag sono in crescita e quali sono ormai saturi aiuta a scegliere con criterio.
- Secondo: scegliere in base al contenuto, non in base alla moda. Hashtag fuori tema confondono l’algoritmo e il pubblico.
- Terzo: usare uno o due branded hashtag ricorrenti favorisce la memorizzazione del brand e rende più semplice trovare contenuti legati a un marchio.
- Quarto: osservare i competitor e analizzare quali hashtag portano risultati può offrire spunti interessanti per adattare la propria strategia.
Hashtag: alleati preziosi, se usati con intelligenza
Gli hashtag restano un tassello importante nella gestione dei social, ma vanno considerati per quello che sono: uno strumento, non una strategia completa. Inserirli con attenzione può aiutare a migliorare la visibilità, ma non basta a garantire successo o viralità.
Ogni social ha le sue dinamiche, e ogni pubblico ha le sue preferenze. Imparare a leggere il contesto, a sperimentare e a monitorare i risultati è il modo migliore per usare gli hashtag in modo efficace. Perché se la domanda è “Hashtag: sì o no?”, la risposta più onesta è: “Sì, ma bene”.

Hashtag: sì o no?

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