Nel mare infinito del web, infatti, un articolo scritto bene e che sia anche interessante, emozionale ed informativo, può fare un’enorme differenza. Al contrario, esistono tipologie di contenuti che non solo non generano alcun feedback da parte del lettore, ma che possono addirittura diventare dannosi per il tuo brand.
Se stai notando che la tua strategia di contenuti risulta improduttiva, probabilmente stai commettendo un errore che guasta i suoi ingranaggi: curioso di scoprire quale? Vediamo insieme gli errori più comuni nel Content Marketing.
Articoli troppo generici e ripetitivi? Meglio non scriverli!
Uno degli errori più gravi che tu possa mai commettere, nel tuo piano di Content Marketing, è lo sviluppo di un articolo troppo generico e banale, incapace di suscitare del reale interesse in chi lo leggerà. Molti pensano (e sperano) che pubblicare un contenuto che riscuote molto successo sia la via migliore per posizionarsi in cima ai risultati di ricerca offerti da Google: niente di più errato! La competizione sul web, infatti, è altissima: basti pensare ai tantissimi influencer esperti in quel campo, che renderanno quell’articolo inutile, noioso e persino spocchioso.
Evita, pertanto, di pubblicare articoli che non c’entrano nulla con l’argomento del tuo blog aziendale o che non aggiungono niente di nuovo al tuo magazine online. Inoltre, sono da evitare contenuti vecchi, riproposti con parole diverse, e quelli che trattano di argomenti ormai troppo bistrattati, quali “Come diventare ricchi” o “come perdere peso?”, già scritti troppe volte da tantissime persone.
Tempistiche e contenuti: ecco cosa fare
Come è risaputo, un blog che funziona è un blog che pubblica tanti articoli e che si dimostra più vivo di altri. Questo, però, non significa che dovrai scrivere contenuti improvvisati per non lasciare dei vuoti: se non hai argomenti da proporre, è meglio che tu non pubblichi nulla. Gli articoli di questo genere non sono apprezzati: l’utente non è stupido e sa riconoscere quando gli proponi un contenuto scarsamente informativo o, peggio ancora, vuoto e privo di alcun mordente.
Piuttosto, quando ti viene un’idea per un contenuto, scrivilo e spalmalo creando un calendario editoriale, programmando la sua pubblicazione lungo la settimana.
Non puntare sulla quantità: opta per la qualità
Google favorisce gli articoli brevi? Non è assolutamente vero. Google, tramite l’algoritmo Hummingbird, posiziona meglio gli articoli lunghi (i cosiddetti pillar)? Falso anche questo. Ai motori di ricerca importa che tu scriva un articolo di qualità e interessante per l’utente: la lunghezza, dunque, dipende esclusivamente da ciò che hai da dire, e da quanto può essere complesso un argomento. Questo significa che allungare il brodo renderà il tuo contenuto stucchevole e farà scappare a gambe levate il lettore: al contrario, se ti costringerai a farlo breve, potrebbe risultare poco approfondito e dunque non rispondere alle necessità dell’utente, facendogli perdere del tempo prezioso.