Le neuroscienze entrano quindi in gioco per aiutare chi lavora nel marketing, nella comunicazione e nella creazione di contenuti a capire meglio come funziona il cervello umano davanti ai video, e quali elementi stimolano davvero l’interesse.
Scoprire cosa rende un contenuto video efficace non significa dover diventare scienziati, ma imparare ad applicare alcuni principi pratici per massimizzare il coinvolgimento. Ecco cosa ha rivelato la ricerca e come puoi usare queste informazioni per creare video coinvolgenti.
Cosa dice il cervello: il ruolo della memoria a lungo termine
Lo studio si è concentrato sull’analisi dell’attività cerebrale degli spettatori durante la visione di video pubblicitari, con l’obiettivo di capire cosa porta il cervello a memorizzare un contenuto. La metrica più importante è quella della memoria a lungo termine, una funzione che si attiva quando un’informazione viene percepita come rilevante e meritevole di essere ricordata.
Per chi crea contenuti, questo è un dato fondamentale: maggiore è l’attivazione della memoria a lungo termine, maggiore sarà la probabilità che lo spettatore ricordi il video e, di conseguenza, il brand, il messaggio o il prodotto associato.
La buona notizia? Esistono tecniche e approcci narrativi che stimolano questa funzione cerebrale. Non si tratta solo di colpire con effetti speciali o slogan d’impatto, ma di costruire un’esperienza che sia coerente, riconoscibile e capace di generare una reazione emotiva.
Il potere dell’identità visiva e sonora: riconoscere per ricordare
Uno degli aspetti chiave emersi dalla ricerca riguarda l’importanza di elementi visivi e sonori ricorrenti, come il logo, il jingle, o colori e simboli associati al brand. Quando questi elementi sono ben inseriti nel video e utilizzati in modo coerente, il cervello li riconosce più facilmente, attivando la memoria a lungo termine.
Ad esempio, mostrare il logo sin dai primi secondi, oppure far ascoltare un suono distintivo più volte durante il video, aumenta la possibilità che lo spettatore associare il contenuto al brand, anche dopo una singola visione. Questo non vuol dire essere invasivi, ma costruire un’identità forte, capace di emergere anche in pochi secondi.
Per aumentare l’engagement con i video, è quindi utile progettare contenuti che abbiano un’anima riconoscibile e coerente. L’utente medio è esposto a decine di video ogni giorno: per farsi notare, serve continuità nella forma e nella sostanza.
Attenzione al ritmo narrativo: la coerenza premia
Un altro elemento che stimola l’engagement è il ritmo del racconto. La ricerca ha mostrato che i video con una struttura narrativa coerente e ben definita favoriscono l’attivazione cerebrale. Questo succede perché il cervello umano ama le storie lineari, in cui c’è una progressione chiara e prevedibile.
Quando i passaggi logici tra le scene sono fluidi e comprensibili, l’attenzione resta alta e si riduce la probabilità che l’utente “abbandoni” la visione. Al contrario, un video caotico, senza un filo logico evidente, viene percepito come disorientante e tende a essere dimenticato.
Un consiglio utile è quello di pianificare i video con una scaletta narrativa chiara, suddivisa in introduzione, sviluppo e conclusione. Anche nei formati brevi, come quelli usati sui social, è possibile raccontare una micro-storia che cattura l’interesse e lo mantiene fino alla fine.
Elementi dinamici: quando il cambiamento attira l’attenzione
Il cervello è molto sensibile ai cambiamenti visivi, come movimenti, transizioni e variazioni cromatiche. Questi stimoli generano un aumento dell’attività cerebrale, spingendo lo spettatore a focalizzarsi su ciò che accade. Tuttavia, non basta inserire effetti a caso. La ricerca sottolinea che il cambiamento è efficace solo se è rilevante per la narrazione.
Ad esempio, un cambio di scena che introduce un nuovo punto di vista, oppure un’inquadratura che accompagna un’emozione, viene percepito come utile. Al contrario, transizioni caotiche o effetti senza funzione rischiano di distrarre e ridurre la comprensione del messaggio.
L’engagement con i video aumenta quindi quando c’è un equilibrio tra stabilità e movimento, in modo da guidare l’occhio dello spettatore senza affaticarlo. Il cervello ama le sorprese, ma solo se hanno un senso.
La qualità conta: immagini ad alta definizione e audio nitido
Un dato spesso sottovalutato riguarda la qualità tecnica del video. L’occhio umano, e soprattutto il cervello, sono molto sensibili alla nitidezza delle immagini e alla chiarezza dell’audio. Video sfocati, audio disturbati o poco bilanciati riducono l’efficacia comunicativa, abbassando l’interesse e la possibilità che il contenuto venga ricordato.
In termini neuroscientifici, contenuti di bassa qualità generano uno sforzo cognitivo maggiore per decifrare le informazioni. Questo porta a un affaticamento che riduce l’engagement. Investire nella qualità tecnica significa facilitare la fruizione e mantenere l’attenzione viva, anche nei dettagli.
Non serve una produzione hollywoodiana, ma è fondamentale garantire standard visivi e sonori adeguati, soprattutto se si punta a rafforzare la presenza del brand online.
Dati e neuroscienze: la nuova frontiera della creatività
L’aspetto più interessante di questo studio è l’integrazione tra dati e creatività. Sapere cosa funziona a livello cerebrale permette di prendere decisioni più consapevoli nella creazione dei contenuti, senza rinunciare alla libertà espressiva.
Per chi lavora nel marketing digitale, usare le neuroscienze come guida può significare un vantaggio competitivo: si possono ottimizzare i video non solo in base alle metriche classiche (visualizzazioni, click, like), ma anche sulla base dell’effettivo impatto mentale sul pubblico.
E oggi, strumenti come il neuromarketing e l’analisi predittiva rendono sempre più accessibile la possibilità di testare, analizzare e migliorare i contenuti in modo scientifico, anche per piccole realtà.
Come rendere ogni secondo davvero efficace
Le neuroscienze ci insegnano che ogni secondo conta. La soglia di attenzione si abbassa rapidamente, ma con le giuste scelte è possibile massimizzare il valore di ogni frame.
L’engagement con i video si costruisce nel tempo, attraverso coerenza visiva, ritmo narrativo, elementi distintivi e stimoli rilevanti. Non è solo questione di creatività o ispirazione: è il risultato di una progettazione consapevole, che tiene conto di come funziona davvero la mente dello spettatore.

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