L’accusa di Abuso di Posizione Dominante
Secondo i dati statistici della piattaforma Global Stat, che monitora costantemente la navigazione su milioni di siti in tutto il Mondo, il motore di ricerca più utilizzato dagli utenti europei è Google, con una percentuale di oltre il 90% che sale al 97,7% se si considerano le sole ricerche effettuate da dispositivi mobili.
Il sistema operativo di casa Google (Android) è presente in quasi il 70% degli smartphone europei, mentre il browser della società di Mountain View, Chrome, è montato sul 52,6% dei dispositivi che navigano in rete nei confini del vecchio continente. Nonostante questi numeri da capogiro, in casa Google negli ultimi mesi si sarà respirata una cattiva aria.
Lo scorso 27 Giugno, infatti, l’Antitrust europeo ha condannato Google per il comportamento anomalo dell’algoritmo di ricerche che, secondo le autorità europee, favoriva la società statunitense nei risultati inerenti la comparazione di prodotti con una multa record di 2,43 miliardi di Euro. Un caso che sta suscitando molto clamore e che non si risolverà in breve tempo, in quanto da Google fanno sapere, per voce del Vicepresidente Kent Walker, di non essere affatto d’accordo con la sentenza e di voler tutelarsi in ogni modo.
L’indagine nasce a fine 2010, quando il Dipartimento Antitrust della Commissione Europea mette Google sotto investigazione per concorrenza sleale, a seguito della denuncia di alcuni siti di comparazione prezzi, i quali sospettavano un’alterazione nelle ricerche inerenti lo shopping on-line. Nello specifico, si puntava il dito su un abbassamento di ranking sia nelle ricerche organiche (quelle gratuite) che negli annunci a pagamento dei loro siti, a scapito di un miglior posizionamento dei servizi di Google e dei siti a lei riconducibili.
Dopo quasi 7 anni di indagini, con 1,7 miliardi di risultati esaminati (oltre 5TB di dati), test effettuati per verificarne il comportamento, indagini di mercato e analisi dei documenti delle aziende coinvolte, tra cui la stessa Google, la Commissione Europea è giunta allo storico verdetto accusando l’impero di Mountein View di aver abusato della propria posizione dominante nel settore delle ricerche on line per avvantaggiare il proprio servizio Google Shopping.
Cosa Prevede la Sentenza
La multa di 2,42 Miliardi di Euro è l’ammenda più alta che la Commissione Europea abbia mai inflitto per violazioni Antitrust, una cifra che non è stata inventata di sana pianta ma quantificata in base al fatturato di Alphabet (società detentrice di Google) che nel 2016 ha registrato, in dollari, quasi 20 miliardi di utili e 90 di fatturato.
Una sanzione salatissima che tiene anche conto della durata di questo comportamento illegale (secondo i commissari europei dal 2008 Google ha iniziato a falsare le ricerche) e degli altri due procedimenti Antitrust attualmente aperti a carico della società di Mountein View, riguardanti sia il Sistema Operativo Android che il servizio AdSense di advertising on-line.
Ora Google avrà tempo fino al 27 Settembre per eliminare dal suo algoritmo quella serie di criteri che finiscono per far retrocedere nei risultati delle ricerche i servizi di acquisti comparativi concorrenti a Google Shopping. Nel caso il motore di ricerca non si adeguasse, l’ammenda aumenterà quotidianamente in misura del 5% del fatturato giornaliero di Alphabet.