Dall’altro lato, chi gestisce ed elabora i vari siti cerca di fare in modo che la visibilità del proprio sito sia la massima, cercando proprio di utilizzare a proprio favore gli algoritmi che usa Google nella ricerca dei risultati.
Per combattere i “furbetti del web” e mantenere così, grazie alla qualità delle ricerche effettuate, la supremazia nei motori di ricerca, Google periodicamente “sforna” aggiustamenti dei propri algoritmi che penalizzano atteggiamenti che spesso possiamo vedere come “fraudolenti”, o quasi.
Questi aggiornamenti sono visti come uno spauracchio da molti (se non tutti) i webmaster. Il motivo è che, in generale, queste modifiche hanno il risultato di diminuire il flusso di visitatori anche verso il proprio sito e, nei casi peggiori, un brusco abbassamento del ranking dello stesso nell’elenco dei risultati Google (SERP).
I nomi scelti da queste modifiche degli algoritmi di ricerca sono piuttosto simpatici (Penguin e Panda), ma sono immaginati e spesso raffigurati dai webmaster come inquietanti animaletti malvagi assetati di sangue…
L’ultimo in ordine di tempo è l’aggiornamento a Penguin 3 lanciato il 17 ottobre 2014. Che si tratti “solo” di aggiornamenti lo dice anche Pierre Far, Webmaster Trends Analyst della Google.
Naturalmente, per evitare che webmaster con pochi scrupoli aggirino agevolmente di nuovo le nuove strategie di ricerca Google, poco o nulla si sa di preciso su come, quando, cosa e dove “colpiranno” le modifiche apportate, ma qualche indiscrezione, o, meglio, ipotesi è già stata fatta.
Innanzitutto, una buona notizia: l’impatto pare sia stato limitato (almeno per ora). Si stima che abbia interessato solo l’1% delle ricerche fatte in lingua inglese. In realtà, per molti, l’effetto vero deve ancora arrivare, dato che ci vuole un po’ di tempo affinché i nuovi algoritmi vadano a regime. Si consideri però che, a differenza di altri algoritmi, questo aggiornamento è attivo contemporaneamente in tutti i paesi, per tutte le lingue.
Secondo alcuni, questa release di Penguin 3 apre la strada ad un sistema di aggiornamenti molto più frequenti ed efficaci nel combattere, in particolate, i fenomeni relativi agli spam nascosti tra i link. Secondo altre voci, lo scopo (o uno degli scopi) di questo aggiornamento è di penalizzare i siti con link innaturali, mentre dovrebbero avvantaggiarsi i siti precedentemente penalizzati ma che si sono poi corretti.
La questione dei link di bassa qualità è piuttosto spinosa, perché non dipende sono da chi gestisce il sito. Infatti, link verso la propria pagina web (in entrata) possono essere presenti in siti che citano a sproposito o, peggio, spammano. C’è da considerare che Google offre ai webmaster uno strumento che mette in luce queste situazioni chiamato Tool Disavow.
Insomma, tutto sommato non sembra che, fino ad ora, l’ultima release di Penguin 3, sia particolarmente “cattiva”, almeno nei confronti di chi opera con giudizio, e si spera che anche in futuro continui a penalizzare solo chi se lo merita…